Le esperienze di Chiara e Francesca. Due storie di passione, sudore e crescita.

Chi ha detto che lo sport è solo fatica e sudore? Dietro ogni allenamento, ogni competizione, c’è un viaggio emotivo intenso, fatto di vittorie e sconfitte, di paure, gioia e frustrazione.

È proprio in questo mondo che il counseling trova il suo spazio, offrendo agli atleti e a tutti coloro che ruotano attorno allo sport un prezioso strumento per migliorare le proprie performance e / o raggiungere il proprio benessere.

In questo articolo, desideriamo avviare una serie dedicata a noi counselor.

Per conoscerci. Per confrontarci. Per nutrire storie, voglie, idee. Perché siamo tutti unici, e abbiamo tutti la nostra esperienza. Ed è bello condividerla.

Iniziamo questo percorso di esplorazione con le storie di Chiara Rota e Francesca Midena, due counselor che hanno saputo coniugare la loro passione per lo sport con la profondità della relazione d’aiuto.

 

Chiara Rota: dal CrossFit al Fitness Counseling

Chiara Rota si definisce non solo counselor, ma anche personal trainer online e life and mental coach. Con i suoi numerosi follower, è diventata anche un’influencer nel mondo del fitness e del benessere.

Ha iniziato il suo percorso come life coach e ha continuato con vari master, diventando performance coach, business coach, e infine counselor. “Io mi vendo come personal trainer FIPE ma perché è brutto da dire ma il coaching ad ora è un pochino più riconosciuto a livello italiano rispetto al counseling,” afferma Chiara, spiegando la complessità di far riconoscere il suo ruolo di counselor nel mondo del fitness.

Chiara ha integrato le sue competenze di counselor nel fitness, co-creando un progetto di fitness counseling nel carcere di Bollate. “Facevamo proprio un progetto dove con il movimento corporeo si andava a lavorare su punti molto più alti, non solo all’allenamento fisico ma anche proprio il rientro nella socialità,” racconta Chiara, sottolineando come il counseling possa aiutare i detenuti a reintegrarsi nella società.

La sua più grande soddisfazione è stata lavorare con le persone più problematiche, vedere detenuti che, inizialmente trasandati e apatici, cominciavano a curare il proprio aspetto e a camminare con maggiore sicurezza. “Dopo 5-6 incontri, vedere che arrivavano con abbigliamento sportivo e iniziavano a camminare molto meglio, più sicuri di sé, mi emozionava tantissimo. Quando mi dicevano ‘non vengo più perché ho altro da fare, nel carcere vuol dire che hai vinto,” racconta Chiara.

La sfida più grande per Chiara è stata quella di farsi riconoscere come professionista nel campo del counseling, dopo una carriera come atleta. “Per me è stato davvero difficile farmi riconoscere come professionista anche in quell’ambito,” dice Chiara, evidenziando la difficoltà di passare dall’essere vista come atleta a essere riconosciuta come counselor e mental coach.

Integrare due competenze, in questo caso sportive e di counseling, è un tema ricorrente nella nostra professione, a cui dedicheremo un articolo approfondito.

Leggi l’intervista completa di Chiara Rota.

 

Francesca Midena: il valore educativo dello sport

Francesca Midena si descrive come “vitale, positiva, attiva e intuitiva,” e lavora come Counselor Professionista ad indirizzo Umanistico Esistenziale Integrato e Business Coach Umanistico. La sua esperienza nel settore terziario, unita alla sua passione per lo sport, l’ha portata a diventare atleta e dirigente dell’associazione sportiva Pesistica RMG di Lugo- Cotignola (Ravenna). “Devo molto allo sport, mi fa sentire viva, sia come atleta sia come dirigente, accrescendo la mia autoefficacia.” “È stato lo sport a farmi ‘assist’, a farmi scegliere di arricchire le mie competenze umanistiche,” afferma Francesca, riconoscendo il valore educativo dello sport.

Francesca integra il counseling nello sport attraverso l’ascolto globale e l’accompagnamento degli atleti verso una nuova educazione emotiva. “Le emozioni sono una risorsa per la comprensione di sé e dell’altro e per il fondamento dell’azione consapevole,” spiega Francesca, sottolineando l’importanza delle emozioni nel migliorare le prestazioni sportive. “Esperienze quali la vittoria, la sconfitta, fanno della pratica sportiva un luogo privilegiato dove imparare ad ascoltare e riconoscere le emozioni che coinvolgono tutte le persone: atleti, allenatori, educatori, insegnanti, genitori, dirigenza.”

La sfida più grande per Francesca è stata mantenere unito il gruppo di atleti e associati durante i due lockdown del periodo Covid. “È stato davvero sfidante gestire la forte emotività di quel periodo, evitando di alimentare polarizzazioni ” racconta Francesca, evidenziando il ruolo cruciale del counseling nello sviluppare e mantenere il senso di appartenenza e responsabilità sociale durante momenti difficili.

“Ora vi condivido una soddisfazione sportiva: fin da ragazzina, la mia prima passione sportiva è stata l’atletica leggera, la corsa! La corsa è un po’ la metafora della mia vita… in questo mio agire perenne, stacanovista, spesso una via di fuga. Ma nella corsa c’è la bellezza di un viaggio, di una partenza, c’è una strada da percorrere, con salite e discese, ci sono anche soste, compagni di avventura e una meta da raggiungere! Nel 2022 ho affrontato la mia prima 21 km, preparata in un mese e mezzo da sola, sotto la guida del mio coach. Vivendo passo dopo passo, senza fughe, sempre più in contatto con il mio corpo, il mio sentire, il mio respiro… con il mio cuore! Mai avrei pensato di tenere quel passo, ma la cosa più bella è stata correre individualmente, ma in gruppo, e negli ultimi 2 km il mio corpo mi ha fatto allungare il passo e raggiungere il traguardo sotto le 2 ore. Ho provato un’immensa soddisfazione, che ha sprigionato in me un’energia e una vibrazione fortissima, a cui attingo spesso.”

Leggi l’intervista completa di Francesca Midena.

 

Il futuro del counseling nello sport?

Nonostante le difficoltà di natura diversa, dalla riconoscibilità della professione alla difficoltà dell’integrazione del professionista in sé stesso, il futuro del counseling sportivo è promettente. Sempre più atleti e società sportive stanno riconoscendo l’importanza dello “stare bene” e si rivolgono ai counselor per ottenere supporto. “Il mio obiettivo è quello di diffondere la cultura del benessere psicologico nello sport e di aiutare sempre più persone a raggiungere il loro pieno potenziale”, conclude Francesca.

Inoltre, grazie al lavoro di professionisti come Chiara e Francesca, il counseling si sta affermando come una disciplina fondamentale nel mondo dello sport. Sia che si tratti di gestire l’ansia da prestazione, di superare un infortunio, di costruire una squadra coesa o di trovare un nuovo equilibrio di vita dopo la fine della carriera agonistica, il counselor può offrire un supporto fondamentale.

Coubertin

"Lo sport è la palestra della vita."