Come ti piace definirti?

Vitale, positiva, attiva e intuitiva, sono una persona appassionata e motivata.

Sono Counselor Professionista ad indirizzo Umanistico Esistenziale Integrato e Business Coach Umanistico. Questa form-azione mi permette di esplorare continuamente nuovi pensieri, nuovi comportamenti, nuovi sentimenti, nuove esperienze, traghettandomi verso un agire, a me tanto caro, sempre più consapevole e sostenibile. 

Come hai integrato le tue competenze di Counselor all’interno dell’ambito sportivo?

Con studi in ambito economico e finanziario, la mia esperienza, che si colloca da oltre vent’anni nel settore terziario caratterizzato da alte performance, si è evoluta quando mi sono dedicata anche ad ambiti sportivi ed extra-sportivi di promozione sociale, grazie all’associazione sportiva Pesistica RMG di Lugo – Cotignola (Ravenna) di cui sono atleta e dirigente da oltre dieci anni. Qui ho sperimentato un forte senso di appartenenza, riconoscendo il valore educativo dello sport. Pertanto, è stato lo sport a farmi “assist”, a farmi scegliere di arricchire le mie competenze umanistiche, prima con la formazione in coaching, poi in counseling e ora in pedagogia sociale, acquisendo una nuova “postura”, più flessibile ed ecologica.

Le emozioni rappresentano un elemento fondamentale dello sport ed un fattore critico potenzialmente in grado di accrescere o ostacolare la prestazione individuale e di gruppo.

Esperienze (sia agonistiche che non agonistico) quali la” vittoria”, la “sconfitta” …. fanno della pratica sportiva un luogo privilegiato dove imparare ad ascoltare e riconoscere le emozioni che riguardando tutte le persone coinvolte: atleti, allenatori, educatori, insegnanti, genitori, dirigenza.

Le emozioni sono quindi una risorsa per la comprensione di sé e dell’altro e per il fondamento dell’azione consapevole ed ecco come il Counseling ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale.

Come Counselor, attraverso un ascolto globale (di me, dell’altro, della relazione e del contesto), accompagno gli atleti e i clienti verso questa nuova “educazione” che offre la possibilità di acquisire strumenti di auto comprensione e ascolto: il counselor “aiuta ad aiutarsi”.

L’integrazione tra counseling e sport mi ha permesso di aumentare l’efficacia del mio modo di #esserecounselor, del mio modo di lavorare come Counselor nei vari contesti (ambiti organizzativi, sportivi e di welfare in contesti scolastici, associativi e aziendali), in una dimensione sia individuale che di gruppo.

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nell’integrare il counseling nell’ambito sportivo?

Credo che la sfida più grande, condivisa con Simone Dalpozzo mio compagno di vita, coach  e co-fondatore di Pesistica RMG, sia stata riuscire a mantenere unito  il gruppo di atleti e associati durante i due lockdown, nel periodo Covid: è stato davvero sfidante sapere gestire la forte emotività di quel periodo (la mia, dello staff , degli associati), evitando di alimentare polarizzazioni, bensì sviluppando un forte senso di appartenenza e di responsabilità sociale.

Ci siamo salvati a vicenda: in momento di distanziamento sociale, ha prevalso la forza del gruppo.

Credo profondamente nello sviluppo delle potenzialità delle persone e nella loro capacità di autorealizzarsi, con consapevolezza e responsabilità.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione nel contesto sportivo?

Come dicevo poco fa, devo molto allo sport, mi fa sentire viva, sia come atleta sia come dirigente, accrescendo la mia auto efficacia. 

Ora vi condivido una soddisfazione sportiva: fin da ragazzina, la mia prima passione sportiva è stata l’atletica leggera, la corsa!

E la corsa è un po’ la metafora della mia vita… in questo mio agire perenne, stacanovista, spesso una via di fuga.

Ma nella corsa c’è la bellezza di un viaggio, di una partenza, c’è una strada da percorrere, con salite e le discese, ci sono anche una o più soste, ci sono i compagni di avventura e c’è una meta da raggiungere! 

E così ho affrontato nel 2022 la mia prima 21 km, preparata in un mese e mezzo da sola, sotto la guida del mio coach, vivendo passo dopo passo, senza fughe, sempre più in contatto con il mio corpo, il mio sentire, il mio respiro … con il mio cuore!

Mai avrei pensato di tenere quel passo, ma la cosa più bella è stata correre individualmente, ma in gruppo, e negli ultimi 2 km il mio corpo mi ha fatto allungare il passo e raggiungere il traguardo sotto le 2 ore.

Ho provato un’immensa soddisfazione, che ha sprigionato in me un’energia e una vibrazione fortissima, a cui attingo spesso.

Cosa consiglieresti a chi aspira a intraprendere un percorso simile al tuo?

Grazie alla formazione umanistica in coaching e poi in counseling, ho intrapreso un viaggio di continue scoperte, verso l’immediatezza e la bellezza della realtà.

Un viaggio che ha liberato in me una particolare energia, quell’energia vitale che mi riempie di fiducia e di speranza negli esseri umani.

Un Dono Prezioso … il Dono più Prezioso!

Che argomenti ti interesserebbe che SONOUNCOUNSELOR approfondisse?

Innanzitutto, vi ringrazio per questa intervista, per questo vostro spazio che conferma la vostra MISSION. Come ho sottolineato più volte, credo nella forza del gruppo, quindi, arricchire il vostro blog con più testimonianze, credo che possa sicuramente dare sempre più valore alla nostra professione.

Inoltre, ritengo che la formazione da voi proposta in modalità esperienziale sia una grande occasione per sviluppare la propria identità professionale.

Vi consiglio un libro da inserire tra i migliori sul counseling : “Essere Counselor” di  Alessandra Benedetta Caporale riportandovi una citazione “La prospettiva che anima il lavoro del counselor riconosce le proprie radici in una visione che considera l’essere umano portatore di risorse, di conoscenza, di volontà e di capacità di scelta, in rapporto costante con gli altri e con l’ambiente: in sintesi, un essere umano in grado di autodefinirsi e autodeterminarsi.” 

Campbell

"Sii pienamente vivo e fai ciò che ami."